Le acque termali non sono tutte uguali. Ognuna ha caratteristiche peculiari che la rendono ideale!
- Annalisa
- 21 mar 2019
- Tempo di lettura: 1 min
Acqua bicarbonato-calcica. Cura le malattie dell’apparato digerente, epatiche e del ricambio; trova applicazione anche nella crenoterapia esterna per la preparazione di fanghi, per cicli di cure inalatorie e irrigatorie.
Acqua salsobromoiodica. Ha un’azione antinfiammatoria e antisettica, stimola il sistema immunitario ed è capace di provocare direttamente una vasodilatazione, con aumento della secrezione e della componente sierosa del muco. Ha un’azione endocrina sulla tiroide e stimola l’apparato genitale femminile.
Acqua cloruro-sodica. È indicata soprattutto nelle patologie dell’apparato digerente, per la cura dell’obesità, della gastrite, di piccole insufficienze epatiche, per la diarrea, ma non è affatto indicata nella cura dell’ulcera e della colite spastica.
Acqua solforosa. Contiene sali disciolti in misura di 12 grammi al litro, grazie ai quali trova un vastissimo impiego terapeutico. È molto efficace nella cura delle patologie croniche delle vie respiratorie nonché in quelle dermatologiche. Viene utilizzata anche nelle cure idropiniche, nelle alterazioni intestinali, nelle patologie epatiche e gastroenteriche.
Acque arsenicali e ferruginose. La presenza di ferro è utile per contrastare vari tipi di anemia. Queste acque vengono utilizzate anche nelle terapie inalatorie, in campo ginecologico, in balneoterapia e in fangoterapia.
E L'ACQUA TERMALE DI AQUILEIA : essendo un acqua solfurea salsobromoiodica ad altissimo contenuto minerale (ipertonica) unisce le caratteristiche positive di diverse famiglie di acqua.

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